Roberto Beneduce è un antropologo ed etnopsichiatra e insegna Antropologia medica all'Università di Torino dal 2000. Ha lavorato nell'Africa subsahariana (Mali, Camerun, Eritrea, Mozambico), studiando la trasformazione di pratiche di guarigione, immaginari religiosi e le conseguenze sociali della violenza e del conflitto. Dal 1996 pratica etnopsicoterapia al Centro Frantz Fanon, che ha fondato e dirige. Si è specializzato in psichiatria presso l'Università di Napoli, e si è laureato in antropologia alla École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Si occupa di questioni legate a migrazione e rifugiati, studi postcoloniali, violenza sociale, e sofferenza psichica in Europa e nell'Africa occidentale.
Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: Corpi e saperi indocili. Guarigione, stregoneria e potere in Camerun (Bollati Boringhieri, 2010); Archeologie del trauma. Un'antropologia del sottosuolo (Laterza, 2010); la curatela di Frantz Fanon, Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale (ombre corte, 2011); "Undocumented bodies, burned identities. Refugees, sans papiers, harraga: when things fall apart" (Soc. Sci Information, 2008); "La vie psychique de l'histoire. Frantz Fanon et le temps fracturé de la mémoire" (L'Autre, 2012); "Un imaginaire qui tue. Réflexions sur sorcellerie, violence et pouvoir (Cameroun et Mali)" (in Violence et sorcellerie en Afrique, a cura di B. Martinelli e J. Bouju, Karthala, 2012; "Les archives introuvables. Technologie de la citoyenneté, bureaucratie et migration" (con S. Taliani, in La bureaucratie neolibérale, a cura di B. Hibou, La Découverte, 2013).