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Anna Scacchi insegna Letteratura americana presso l'Università degli Studi di Padova. Ha conseguito il dottorato in Americanistica con una tesi su politiche e ideologia della lingua nazionale nella prima età repubblicana americana. Uno dei suoi principali interessi riguarda il dibattito contemporaneo sulla lingua negli Stati Uniti (English Language Amendment, plurilinguismo, code switching, ebonics, rapporti tra genere e lingua e tra PC e lingua). Il testo La Babele americana. Lingue e identità negli Stati Uniti di oggi (Donzelli, 2005), redatto con S. Antonelli e A. Scannavini, traccia una storia culturale delle ideologie legate alla lingua negli Stati Uniti, dalle visioni millenaristiche dell'inglese americano quale lingua futura dell'umanità alle paure distopiche nei confronti del plurilinguismo.

Scacchi ha pubblicato articoli su scrittrici americane di Ottocento e primo Novecento come Harriet Beecher Stowe, Charlotte Perkins Gilman, Edith Wharton e Zora Neale Hurston, si è occupata di cultura popolare (Buffalo Bill, Barbie, Via col vento) e di memoria della schiavitù negli Stati Uniti d'oggi. Con William Boelhower, è stata co-curatrice di una raccolta di saggi su New York (Public Space, Private Lives: Race, Class, Gender and Citizenship in New York, 1890-1929, VU Press, 2004). È inoltre autrice di un volume su Benito Cereno, di Herman Melville (2000). Il suo interesse per gli studi di genere ha prodotto Lo specchio materno. Madri e figlie tra biografia e letteratura (Sossella, 2005).

Più di recente, la sua attività di ricerca si è concentrata sull'Atlantico nero, con la co-curatela di Recharting the Black Atlantic: Modern Cultures, Local Communities, Global Connections (con Annalisa Oboe, Routledge, 2008), e su questioni di razza nella cultura contemporanea, con il testo Parlare di razza (con T. Petrovich Njegosh, ombre corte, 2012).

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